Il nostro Paese si conferma il campione europeo nell’economia circolare e nell’efficienza dell’uso delle risorse.
Dai dati dell’undicesimo Rapporto “GreenItaly 2020” della Fondazione Symbola e di Unioncamere – promosso in collaborazione con Conai, Ecopneus e Novamont, con la partnership di Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne ed Ecocerved, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – emerge tutta la forza della Green Economy nel nostro Paese.
Sono oltre 432 mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi che hanno investito negli ultimi 5 anni (2015-2019) in prodotti e tecnologie green. In pratica quasi una su tre: il 31,2% dell’intera imprenditoria extra-agricola. Valore in crescita rispetto al quinquennio precedente, quando erano state 345 mila (il 24% del totale). Nel manifatturiero sono più di una su tre (35,8%). Il 2019 ha fatto registrare un picco con quasi 300 mila aziende che hanno investito sulla sostenibilità e l’efficienza. Tra questi investimenti, sono prevalenti quelli sull’efficienza energetica e le fonti rinnovabili insieme al taglio dei consumi di acqua e rifiuti, seguono la riduzione delle sostanze inquinanti e l’aumento dell’utilizzo delle materie seconde.
Tutto questo prima dello shock della pandemia, a cui hanno reagito meglio proprio le imprese più votate al green. Secondo l’indagine di Symbola e Unioncamere, nel mese di ottobre 2020 (1.000 imprese manifatturiere, 5-499 addetti) chi è green è più resiliente alla crisi.
Tra le imprese che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità il 16% è riuscito ad aumentare il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non-green. Ciò non significa che la crisi non si sia fatta sentire, ma comunque in misura più contenuta: la quota di imprese manifatturiere il cui fatturato è sceso nel 2020 di oltre il 15% è dell’8,2%, mentre è stata quasi il doppio (14,5%) tra le imprese non eco-investitrici. Il vantaggio competitivo delle imprese eco-investitrici si conferma in un periodo così complesso anche in termini occupazionali (assume il 9% delle green contro 7% delle altre) e di export (aumenta per il 16% contro il 12%). Questo anche perché le aziende eco-investitrici innovano di più (73% contro 46%), investono maggiormente in R&S (33% contro 12%) e utilizzano o hanno in programma di utilizzare in misura maggiore tecnologie 4.0. Nonostante l’incertezza del quadro futuro, le imprese dimostrano di credere nella sostenibilità ambientale: quasi un quarto del totale (24%) conferma eco- investimenti per il periodo 2021-2023.
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