All’EIMA 2021, l’Esposizione Internazionale di Macchine per l’Agricoltura, in occasione dell’Assemblea nazionale di Agia-Cia, si è svolta la premiazione del concorso “La macchina agricola che vorrei!”, ideato da Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani con FederUnacoma e Rete Istituti Agrari Senza Frontiere.
L’iniziativa finanzia la ricerca nelle scuole e crea nuove sinergie con i costruttori di macchinari per il settore. A vincere sono stati alcuni dei più visionari e sostenibili prototipi tecnologici messi a punto da giovani under 20 per migliorare l’agricoltura delle aree interne d’Italia, soprattutto in zone impervie e difficili da raggiungere.
Ecco i primi tre progetti classificati: un drone “terreno” per campi in pendenza, con motore elettrico, impianto satellitare e sensori che monitorano, in tempo reale, lo stato fisiologico delle piante e aiutano a prevenire malattie, ridurre sprechi e rendere competitiva anche l’agricoltura eroica sopra i 700 metri; un dirigibile ecosostenibile con un grande ombrello capovolto per intercettare e poi aspirare e raccogliere le olive dall’alto. Serve in zone impervie, ma dove l’altitudine è sinonimo di esclusiva qualità dell’olio. E ancora, un esoscheletro ispirato alla saga di Star Wars, ma più realistico, per supportare e potenziare il lavoro dell’uomo quando troppo gravoso o in aree difficili da raggiungere.
I tre progetti vincitori del contest – nell’ordine “My S.A.S. – My Smart Agricultural Sensor” (Ist. Omnicomprensivo del Fortore Riccia – Sant’Elia, CB); “DirigibilITA” (Ist. Einaudi-Alvaro – Palmi, RC) e “Camminatore I-TA21” (Ist. Einaudi-Alvaro – Palmi, RC) – sono stati selezionati, da una giuria di esperti, tra più di 100 proposte, arrivate da 37 Istituti Agrari che con la Rete Senza Frontiere riunisce oltre 7 mila studenti in tutta Italia, diversi dei quali già coinvolti, tra il 2020 e il 2021, in webinar online su meccanica agricola e centralità zone rurali, già protagoniste del progetto nazionale Cia “Il Paese che Vogliamo”. Ad accomunare, infatti, molte delle idee presentate, tanta analisi di settore e sul territorio, attività sollecitata dalla consapevolezza che difficoltà d’accesso per morfologia del Paese e gap infrastrutturale, sia fisico che digitale, rappresentino ancora il vero grande limite allo sviluppo agricolo e, quindi, economico di gran parte della dorsale appenninica dove vivono 12 milioni di persone.