Ieri, 12 ottobre, al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2021, il Progetto SIBaTer tra le buone pratiche illustrate in occasione dell’evento “Le aree interne e la montagna per lo sviluppo sostenibile”: lo sviluppo sostenibile non riguarda solo le città ma tutto il territorio nazionale, con la necessaria attenzione per le aree più fragili e lontane dai centri urbani. Lo sviluppo sostenibile delle aree interne e della montagna è infatti essenziale per una strategia complessiva di promozione e valorizzazione territoriale di un Paese come l’Italia.
SIBaTer ha negli SDGs di Agenda 2030 un necessario quadro di riferimento e concorre a diversi di questi, mettendo in campo supporto ai Comuni per il recupero di aree dismesse, terre e fabbricati abbandonati e di proprietà private inutilizzate, soprattutto silenti o assenti; per il recupero della destinazione d’uso di beni gravati da usi civici non utilizzati; con il fine ultimo di rigenerare territori e comunità e creare occupazione per i giovani.
Sottrarre terre e altri beni comuni dallo stato di abbandono significa infatti assumere obiettivi di tutela e salvaguardia del suolo, contenimento e prevenzione del degrado paesaggistico-geologico-ambientale del territorio. L’obiettivo è quello di accompagnare i Comuni al recupero di tali beni ad un uso produttivo sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale, ma anche economico-finanziario, affrontando criticità che frenano da molto tempo non solo l’accesso alla terra da parte dei giovani, ma in taluni casi anche l’innesco di processi di sviluppo locale auto-propulsivo dei sistemi territoriali.
Attualmente il Progetto SIBaTer ha raggiunto con i suoi servizi di supporto 805 Comuni; il 70% sono Comuni con meno di 5.000 abitanti e di questi il 90% si trova in aree interne secondo la definizione SNAI, oppure in aree rurali e montane secondo la definizione dei regolamenti comunitari.
Le strategie in corso di sperimentazione sui territori con i Comuni SIBaTer sono riconducibili ad alcune parole chiave come co-progettazione e co-gestione di interventi territoriali innovativi, in cui sviluppo locale sostenibile e innovazione non possono essere ricondotti soltanto alla sfera economica, ma anche e soprattutto alla sfera sociale e dei servizi essenziali alla comunità. Si tratta di progetti che vanno dalle attività agricole sempre più con vocazione multifunzionale soprattutto nell’ottica di generare inclusione e servizi sociali (il c.d. welfare rurale) o progetti di valorizzare, anche dal punto di vista turistico, le risorse culturali ambientali e paesaggistiche, le produzioni agroalimentari locali, il capitale umano rappresentato dai giovani; se collocati in un’ottica di sistema territoriale e di risorse locali, possono salvare presidi demografici, inserendo paradigmi di impresa “multifunzionale” in territori in cui la mancanza di imprenditorialità segnerebbe invece il passo verso l’estinzione della comunità. Ma, date le criticità di contesto che caratterizzano i Comuni di più piccole dimensioni, la sostenibilità degli interventi passa anche attraverso la creazione di reti territoriali intercomunali e il sostegno alla nascita e gestione dei progetti e attraverso forme di collaborazione e cooperazione con gli attori del territorio.
Da qui l’importanza della Rete del Partenariato SIBaTer che oggi conta 35 partners, fra partenariato istituzionale ed economico sociale. La rete è costruita intorno alle idee di valorizzazione proposte delle amministrazioni locali e lavora a favorire l’incontro fra domanda e offerta generata dal censimento delle terre e dei ruderi/fabbricati, trasformando la conoscenza delle risorse presenti sul territorio in progetti integrati di valorizzazione e sviluppo sostenibile, che possano generare valore e servizi per la comunità locale, attraverso un percorso di co-progettazione fra pubblico-privato.
Da qui l’importanza di strumenti come il Codice del terzo settore e le recenti interpretazioni data all’istituto della coprogettazione ed ai rapporti fra P.A. e Terzo settore con le recenti importanti conquiste normative e giurisprudenziali; ma anche di “laboratori di sperimentazione”, che si stanno rivelando veicolo di cambiamento nei modelli di sviluppo nei Comuni di più piccole dimensioni, con particolare riferimento al mondo delle Cooperative sociali e delle Cooperative di comunità.
E’ possibile rivedere l’evento su Facebook e YouTube.
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