La nuova Politica agricola comune 2021-2027, i cui regolamenti sono stati presentata dalla Commissione nel 2018, entrerà in vigore nel 2023 e si procederà con l’attuale PAC fino al 31 dicembre 2022. La decisione è arrivata dopo lunghe trattative tra i rappresentanti del Parlamento europeo e del Consiglio Ue.

Gli agricoltori  potranno dunque contare sulle attuali regole fino a tutto il 2022 e sulla base delle attuali regole  le Regioni potranno preparare i nuovi Programmi di Sviluppo Rurale (PSR).

Altri effetti dello slittamento riguardano l’estensione fino alla fine del 2022 dei PO nel settore dell’ortofrutta e dell’apicoltura e anche dei dei diritti di impianto vite che saranno convertiti in autorizzazioni fino alla fine del 2022, per tener conto di alcuni dei ritardi di impianto dovuti agli effetti di Covid-19 sulla capacità di lavoro nei campi; infine, viene modificato il regolamento per la commercializzazione dell’olio d’oliva e dell’olio da tavola, che offre agli Stati membri la possibilità di definire regole di commercializzazione per stabilizzare il funzionamento del mercato, come già accade per il vino.

Proposto dalla Commissione europea anche un innalzamento del budget  inizialmente previsto per la nuova PAC 2021-2027: da 380,8 miliardi di euro a 391,5 miliardi, ossia un aumento di 10,7 miliardi  (+2,8 rispetto al settennato precedente e +7,2% rispetto alla prima proposta della Commissione) .

L’accordo trovato tra Parlamento UE e Consiglio  dovrà essere ratificato dall’Eurocamera e dal Consiglio dei ministri dell’Agricoltura U

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