Si rinnova anche per l’anno 2022 lo sgravio contributivo per promuovere forme di imprenditoria nel settore agricolo. Lo prevede la legge di bilancio 2022 che reca la proroga dello sgravio sulle nuove iscrizioni alla previdenza agricola avvenute tra il 1° gennaio 2022 ed il 31 dicembre 2022 da coltivatori diretti e da imprenditori agricoli professionali con meno di quaranta anni.

La misura era stata introdotta dall’articolo 1, co. 344 e 345 della legge n. 232/2016 con riferimento ai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, di età inferiore a 40 anni, che avessero effettuato una nuova iscrizione nella previdenza agricola nel 2017 o nel 2016 (in quest’ultimo caso solo se iscritti con aziende ubicate nei territori montani o nelle aree agricole svantaggiate); fu poi prorogato anche nel 2018 con la legge 205/2017 ma non nel 2019 e poi riproposto nel 2020 e nel 2021 con le ultime due leggi di bilancio (legge n. 160/2019 e legge n. 178/2020).

La legge di bilancio 2022 riconosce l’esonero contributivo ai coltivatori diretti (CD) e agli imprenditori agricoli professionali (IAP) che avviano una nuova attività imprenditoriale agricola nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022 e che non abbiano compiuto quaranta anni d’età alla data d’inizio della nuova attività imprenditoriale agricola. Restano pertanto escluse dall’esonero (in quanto non “nuove”) le iscrizioni alla previdenza agricola relative a coltivatori diretti e a imprenditori agricoli professionali che negli anni precedenti siano risultati già iscritti nella previdenza agricola o che abbiano un’età superiore a 40 anni.

L’esonero sarà riconosciuto in un importo pari al 100% della contribuzione IVS (è escluso dall’esonero il contributo di maternità di 7,49 € ed il contributo Inail dovuto, quest’ultimo, solo dai coltivatori diretti) solo per i primi due anni di iscrizione alla gestione previdenziale dei coltivatori diretti.

La misura resta vantaggiosa per l’assicurato perché non comporta la riduzione dell’aliquota di computo della prestazione pensionistica, dunque, in sostanza non danneggia la misura della pensione. L’esonero è incumulabile con altri benefici contributivi previsti dalla normativa vigente. Secondo il Governo potranno godere dell’agevolazione circa 10mila soggetti (di cui 7.800 individui nella categoria CD e 2.200 nella categoria IAP) con un costo complessivo di poco superiore ai 50milioni di euro in termini di minori entrate contributive.

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