“La metodologia di intervento promossa da SiBater- Banca della Terra – progetto a titolarità ANCI gestito con il supporto IFEL – offre a mio giudizio spunti di interesse per i contenuti del documento di posizione che sarà definito sul tema di questa edizione del Ravello Lab: pianificazione strategica e progettazione integrata a valenza culturale nel tempo della ripartenza. E’ questo mi pare vero anche nella prospettiva di sostenere i processi partecipativi necessari per mettere a terra molti degli interventi PNRR che hanno un impatto territoriale sulle aree marginali e fragili del nostro Paese”, lo ha detto Francesco Monaco, responsabile nazionale SiBater, nel corso del panel 1 della 16.ma edizione del Ravello Lab 2021 in corso di svolgimento nella nota località campana.
L’evento – organizzato da Federculture, Centro Universitario Europeo per i beni culturali e Formez- vede la partecipazione di esperti e operatori di sviluppo locale a base culturale e, come ogni anno, definirà raccomandazioni generali e specifiche indirizzate ai policy makers responsabili della programmazione degli investimenti nel settore culturale e della crescita economica e sociale del territorio.
La discussione sui temi di questa edizione si è sviluppata intorno ad una prima proposta di position paper illustrata dal chair del panel Fabio Pollice, Magnifico Rettore dell’Università di Lecce.
Monaco nel suo intervento ha sinteticamente illustrato il metodo di lavoro adottato dal progetto SibaTer, che ad oggi opera in circa 800 Comuni del Mezzogiorno, supportandoli nella georeferenziazione delle terre pubbliche abbandonate e nella successiva fase di valorizzazione sostenibile, secondo quanto prescritto dall’art.3 della Legge n°213\2017 istitutiva della Banca della Terra.
“Dal lavoro che stiamo svolgendo a supporto di tanti progetti di valorizzazione sostenibile di terre abbandonate, collocate in aree marginali e fragili nel nostro Mezzogiorno, emerge chiaramente un interesse molto forte delle amministrazioni locali e del relativo partenariato di progetto a declinare gli interventi secondo un approccio ispirato a principi di multifunzionalità e integrazione settoriale” ha precisato il project manager SiBater.
Diverse le esperienze citate da Monaco in cui la cultura è al centro di interventi di valorizzazione ma in una chiave di integrazione multifunzionale. Come, ad esempio, l’esperienza di Sante Marie (AQ), con le sue Tartufaie sociali e la Cooperativa di comunità 7Borghi, collocata in una direttrice di valorizzazione turistica e culturale del Cammino dei briganti e delle Grotte di Luppa ma collegata ad iniziative di promozione dei prodotti tipici locali, soprattutto castagna e tartufo. O il caso di Magisano (CZ) dove il progetto di valorizzazione della coltivazione del pesco e di altre colture autoctone è integrato con il recupero di oltre 33 km di sentieri e percorsi del Parco nazionale della Sila, con diversi punti di interesse artistico ed architettonico tra cui il percorso della Timpa dell’Aquila con le sue quaranta cascate o i Cammini di Gioacchino da Fiore e basiliani, degli antichi monasteri bizantini. O, Infine, il progetto di Anacapri (NA), il quale nell’ultimo DUP ha previsto l’affidamento in concessione di valorizzazione di un’area comunale da destinare alla coltivazione di erbe aromatiche ed essenze per profumi, in un’ottica di inserimento lavorativo di soggetti fragili ed a rischio esclusione, ma coinvolgendo la Cooperativa La Sciuscella la cui mission è sviluppare, attuare e promuovere progetti e policy di inclusione sociale e culturale, funzionali all’embedding tra comunità e territorio e che già gestisce il Museo la Casa Rossa di Anacapri con annessa pinacoteca (compresi i servizi di biglietterie e bookshop), anche attraverso l’organizzazione di eventi e vernissage in coordinamento con l’amministrazione comunale.
“Sono tre le lezioni che portiamo a casa dalla pratica del Progetto Sibater e che mettiamo a disposizione di Ravello Lab perché utili, a nostro giudizio, anche nella prospettiva delle nuove iniziative di intervento integrato da promuovere nelle aree interne sulla scia della strategia nazionale, divenuta ormai politica strutturale del Paese almeno nelle intenzioni dei documenti di programmazione nazionali e comunitari ad oggi adottati”, ha aggiunto Monaco. “La prima è che qualsiasi progetto di sviluppo territoriale in aree fragili non può prescindere da una capacità di visione strategica delle amministrazioni locali basata sul coinvolgimento delle comunità locali. I Comuni restano i principali protagonisti di questa tipologia di interventi ma devono sempre pensarsi come sistemi territoriali e mai come singole monadi rinchiuse nei propri confini amministrativi, anche se su questo fronte il rafforzamento delle strutture tecniche locali è ormai ineludibile pena l’indebolimento di qualsiasi afflato verso l’associazionismo istituzionale. La seconda è che ogni politica di sostegno strategico agli investimenti e di potenziamento dei servizi di cittadinanza che si mettesse in campo in queste aree (sono le due dimensioni necessarie delle strategie in questione), deve trovare una focalizzazione su progetti ad immediata esecuzione, interventi iconici o bandiera di cui è possibile anticipare fin da subito l’attuazione, perché le aspettative delle comunità non possono essere ‘governate’ nei tempi mediamente lunghi dell’attuazione dei piani e alcuni miglioramenti devono essere percepiti fin dall’inizio dalle popolazioni beneficiare, per creare quel circuito necessario di fiducia utile per il buon esito di qualsiasi iniziativa a carattere strategico. Terza lezione riguarda la gestione integrata e sostenibile nel tempo delle iniziative di sviluppo promosse sul territorio, questo vale particolarmente per le iniziative legate alla valorizzazione culturale e a finalità turistica, perché come ci dicono tutti gli esperti intervenuti nel panel nessun territorio può vivere solo di turismo culturale e perché ogni intervento anche in questo settore deve trovare una sua domanda capace di assicurare il giusto ritorno in termini di occupazione e reddito” ha concluso il responsabile nazionale SiBater.