La proposta di riforestazione del Salento rientra nell’ambito del progetto “Rigenerazione sostenibile” proposto dal Distretto agroalimentare jonico salentino (DAJS) che prevede la realizzazione di un sistema rinaturalizzato che sostituisca la rete ecologica garantita per secoli dalla coltura estensiva dell’ulivo, con una “rete” fisica di connessioni di aree boscate e aree verdi.
Si tratta di immaginare un percorso naturale di insediamenti forestali ad integrazione delle aree ancora destinate alla produzione agricola.
Il primo step riguarda il censimento e l’identificazione di aree marginali abbandonate o semi abbandonate (anche di proprietà pubblica), vocate per interventi di forestazione, e la definizione dei confini geografici e amministrativi precisi (attraverso immagini satellitari, cartografiche, catastali) “per programmare e pianificare gli interventi”. Sarà poi importante valutare le specie più idonee, anche nell’ottica della “produttività” del bosco.
Alla rinascita sarà necessario affiancare un percorso di prevenzione e cura del territorio, con l’obiettivo primario della sua valorizzazione. Non vi è più solo il tema dell’emergenza ma ci si trova a combattere una piaga non estemporanea ma strutturale, che deve essere risolta con progetti di lungo periodo. Prevenzione, riforestazione, tutela e valorizzazione saranno le linee guida nei prossimi anni.
I temi sono stati affrontati nella prima riunione tenutasi lunedì 23 agosto nel Comune di Parabita alla presenza di 22 Sindaci del salentino (tra i quali anche Comuni SIBaTer) : Nardò, Porto Cesareo, Galatone, Galatina, Neviano, Aradeo, Seclì, Tuglie, Sannicola, Gallipoli, Alezio, Casarano, Collepasso, Matino, Melissano, Taurisano, Taviano, Racale, Ugento, Alliste, Supersano e Parabita, con la Provincia di Lecce e l’Università del Salento con i suoi ricercatori.
Alla riunione di avvio seguiranno altri incontri con il coinvolgimento delle comunità locali accomunate dall’emergenza ambientale che è partita da migliaia di ulivi disseccati dalla Xylella, ma poi amplificata dai diversi roghi sviluppatisi negli ultimi tempi.
Il cronoprogramma prevede, dopo gli incontri settembrini con gli altri Comuni della provincia, riunioni dello stesso tipo in quelle di Brindisi e Taranto, per poi passare a incontri paese per paese, allargando la condivisione ad associazioni, gruppi informali, singoli cittadini “che intendano assumere impegni pluriennali per far fronte a programmi e piani di forestazione e creazione di boschi di comunità su terreni e appezzamenti di proprietari non interessati alla conduzione diretta”.
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