Dal 2004, ogni anno, migliaia di piccoli comuni aprono i loro borghi per festeggiare con Legambiente e un vasto comitato promotore Voler Bene all’Italia: la festa nazionale dei piccoli comuni nata per valorizzare le eccellenze della terra, le opere d’arte, i prodotti tipici, le tradizioni, i sapori e le culture, il paesaggio e la biodiversità.
Una festa dedicata soprattutto a chi ama e sa valorizzare i tesori e le bellezze di questo grande patrimonio italiano, realtà preziose che hanno contribuito alla storia, all’identità e al futuro del Paese. Come ogni anno, Voler Bene all’Italia è un’occasione per promuovere non solo i tesori dei borghi ma anche la capacità di competere e di creare occasioni: dalle coltivazioni agricole tradizionali, ai mestieri e ai saperi tramandati alle nuove generazioni fino alle economie più solide del made in Italy.
I piccoli comuni sono spesso laboratori di innovazione, spesso all’avanguardia nel governo del territorio: molti di loro hanno scelto il futuro e l’ambiente, investendo in energie rinnovabili, economie verdi, agricoltura biologica e di qualità, riciclo dei rifiuti e innovazione tecnologica.
Organizzata da Legambiente in collaborazione con Symbola, insieme a un vasto comitato promotore e con il contributo di Open Fiber, “Voler bene all’Italia” con lo slogan “Next Generation – La transizione ecologica e digitale passa da qui” intende ribadire una volta di più l’orgoglio dei piccoli borghi, baluardo di una bellezza antica da preservare, capaci al contempo di puntare su innovazione sostenibile, turismo di prossimità, presidio e tutela dei territori e della biodiversità e di reagire allo spopolamento abitativo che li caratterizza, anche in tempi di pandemia.
I PREMI 2021
Le 5 esperienze virtuose premiate per il 2021 sono:
Vaccarizzo di Montalto (CS), per il progetto di living lab Home for creativity. Il borgo che rischiava l’isolamento, tra case vuote e assenza di servizi al cittadino, è stato recuperato nell’ambito del progetto di rigenerazione urbana e sociale (studiato anche dal Mit di Boston) grazie al quale sono nati “I live in Vaccarizzo”, una cooperativa di comunità e una “putiga”, negozio di generi alimentari sfusi a km 0, mentre i terreni incolti sono stati inseriti nella “Banca delle Terre”: un’esperienza che unisce il nomadismo digitale all’ospitalità diffusa e alla progettazione condivisa.
Colletta di Castelbianco (SV) primo esempio di villaggio medievale telematico, dove la bellezza della tradizione s’incontra con un intervento di recupero architettonico innovativo, che ha incorporato in modo discreto l’alta tecnologia nel patrimonio urbanistico storico.
Civitella del Tronto (TE) e dell’ Istituto Comprensivo “Rita Levi Montalcini” che ha strutturato una proposta didattica di tele-collaborazione con il Canada e lavorato sul linguaggio audiovisivo come strumento d’inclusione: è la sperimentazione “Scuole allo schermo”, destinata a ragazzi con problemi legati al linguaggio e all’uso della lingua, impegnati nella costruzione di relazioni con il circuito del cinema d’autore e in un uso di qualità dei cellulari, grazie alla realizzazione di riprese che hanno posto al centro il territorio.
Val di Sieve, in Toscana, per Forestsharing, piattaforma digitale tramite cui è stato realizzato un progetto di selvicoltura di precisione che ha coinvolto la comunità montana e che si è avvalso dell’utilizzo di droni: un’opera di collegamento digitale tra proprietari di boschi, imprese e professionisti che continua a creare valore partendo dai boschi abbandonati o non gestiti.
Serre de Laboi, a Ostana (CN), e il suo Monviso Institute che ha trasformato la borgata dell’alta Valle del Po, disabitata da 40 anni, in un centro di ricerca, didattica e imprenditoria per la sostenibilità, contribuendo al rilancio delle comunità montane e alla formazione.
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