Da uno studio di due sociologi trentini che nel periodo settembre 2019 – marzo 2020 hanno realizzato 20 interviste con i dirigenti di cooperative sociali, consorzi o reti per l’agricoltura sociale di quattro province del mezzogiorno, emerge tutta la forza di resilienza e motivazione che ha permesso alle cooperative sociali agricole del Sud di resistere e svilupparsi e collegarsi ad un movimento molto ampio.
Il punto di partenza di questo crescente movimento è stata la confisca dei beni della mafia, successivamente messi a disposizione della comunità per iniziative sociali. Le cooperative che hanno iniziato a coltivare la terra hanno creato nuovi posti di lavoro in cui le norme di legge vengono rispettate, spesso lavorano secondo standard ecologici elevati o inventano nuove modalità con cui far rivivere vecchie tradizioni.
Il Sud Italia è caratterizzato da un alto tasso di povertà, disoccupazione, flussi di emigrazione e una forte presenza della criminalità organizzata nel campo dell’agricoltura. Lo studio dei due sociologi cerca di indagare il potenziale delle imprese sociali come forze trainanti per lo sviluppo legale ed eco-sociale delle fragili aree del Sud Italia.
Lavorare in contesti così sfidanti richiede lo sviluppo di un alto livello di resilienza, che implica la capacità di adattarsi alle difficoltà e di superare le crisi uscendo più forti di prima. Le iniziative che sono state rilevate nel Mezzogiorno sono esempi della forza che può derivare da motivazioni ideali. Nel caso delle iniziative di agricoltura sociale nel Sud Italia per contrastare la criminalità organizzata, queste motivazioni sono una condizione indispensabile per la loro sopravvivenza e crescita. L’accumulo di problemi e difficoltà, però, rischia di corrodere le motivazioni degli attori. Ciò può portare al ritiro dei membri che può avere un grave impatto su queste piccole organizzazioni.
L’idealismo è quindi una condizione necessaria per affrontare le sfide dello sviluppo ambientale legale e sociale, ma non è sufficiente da solo, se non nel breve periodo, a consentire alle imprese sociali di uscire da condizioni estremamente precarie. L’idealismo può supportare la resilienza, ma da solo non può creare un cambiamento sostenibile. C’è, quindi, la necessità di investire in queste imprese sociali, nella formazione degli attori coinvolti, nella selezione e acquisizione delle competenze per rafforzare l’efficienza e la sostenibilità delle imprese e per favorire strutture orizzontali di mutualità e solidarietà per creare un ambiente favorevole a queste imprese sociali e alla loro missione.
Leggi lo studio “Actors in Social Agriculture Cooperatives Combating Organized Crime in Southern Italy: Cultivating the Ground”
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