La pandemia non ferma la voglia di comunità nel territorio abruzzese. Il 10% dei piccoli comuni abruzzesi ha creduto nello strumento della Cooperativa di Comunità come mezzo di sviluppo economico e sociale e di crescita condivisa, specie delle aree più interne.

Dal 2018 tramite un bando di Confcooperative Abruzzo sono dapprima nate una decina di Cooperative che si sono riunite nella rete “BorghiIN”, successivamente, soprattutto nel 2020, ne sono state costituite altre 22 e tra queste, sette sono di derivazione diretta delle Pro Loco.

Sono tutte cooperative regolate dalla legge regionale 25 del 2015, formate da cittadini desiderosi di fornire beni e servizi nei settori sociale, culturale, turistico, agroalimentare e ambientale, in quelle aree spesso più interne del territorio abruzzese soggette a spopolamento e sempre più fragili.

Le realtà cooperative abruzzesi si distribuiscono in questo modo: 15 in provincia di L’Aquila, 12 in provincia di Chieti, 3 in provincia di Teramo e 2 in quella di Pescara.

Finora, il progetto ha già movimentato un milione e mezzo di euro, pari all’investimento iniziale da parte di Confcooperative, e nel 2020 ha dato vita a cinquanta posti di lavoro.

Questo numero così rilevante di nuove cooperative di comunità, in una regione di ampiezza medio piccola, dimostra la forza e l’attaccamento degli abruzzesi ai loro borghi di origine e anche una capacità di visione ampia e proiettata al futuro, per valorizzare patrimoni locali, materiali e immateriali tipici del nostro Paese.

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