Vitigni autoctoni crescono nel brindisino, accanto a progetti di rivalutazione del territorio che guardano sempre più al recupero dell’antica tradizione agricola.
Dal 1999 l’imprenditore Luigi Rubino, portando avanti l’attività del padre, ha puntato sul rilancio dei vitigni autoctoni locali: non solo i conosciuti Negroamaro, Primitivo e Malvasia Bianca e Nera, ma anche varietà praticamente dimenticate come il Susumaniello. Il nome “Susumaniello” deriva da “asinello” e rimanda alla memoria dell’asinello che passava tra i filari di vite trasportando i grandi cesti carichi d’uva.
Questo vitigno a bacca rossa dell’area messapica, è diventato protagonista della storia economica di un intero territorio. Tipico del brindisino, si erano perse le tracce fino a quando Luigi Rubino decise di recuperarlo nel cuore dei suoi possedimenti aziendali.
Sono attualmente 120.000 le bottiglie complessive di Susumaniello prodotte da Tenute Rubino, non solo di rosso (Torre Testa è il capofila), ma anche di rosato(Torre Testa Rosato ottenuto da uve raccolte in forte anticipo) e metodo classico (Sumarè brut), segno di forte versatilità sia in purezza che in blend. Un investimento crescente, con ulteriori spazi produttivi dedicati negli ultimi anni, nell’ottica di soddisfare una domanda sempre maggiore.
Sull’esempio di Rubino altri vitivinicoltori hanno deciso di imitarlo e così i 40 ettari presenti in Puglia nel 1996, sono diventati poco meno di 300, diffusi principalmente tra le province di Brindisi e Lecce. La valorizzazione su larga scala del Susumaniello premia quindi il lavoro di Rubino che ha riportato in superficie il vitigno, ha investito anni di lavoro e di risorse per la sua promozione, e lo ha fatto entrare in circolo fino a farne una eccellenza che il mercato ed i consumatori hanno dimostrato di gradire.
Il territorio e la sua identità produttiva sono leve portanti dell’attività dei Rubino che sono andati oltre il perimetro delle tenute aziendali.
Rubino ha anche messo in piedi un progetto di orti e vigneti urbani con l’amministrazione comunale di Brindisi nel 2019, insieme al Consorzio Doc Brindisi, effettuando la piantumazione delle vigne nelle aiuole delle rotatorie urbane, negli spazi stradali comunali, curandone la coltivazione in modo da contribuire a dare alla Città anche una identità di città di vini.
Per saperne di più: