Un gruppo di imprenditrici ripopola l’antico borgo di Sant’Anna di Valdieri conquistando i turisti che lo ribattezzano “il borgo delle donne”.
Sant’Anna di Valdieri è una frazione della Valle Gesso, nel cuore del Parco delle Alpi Marittime, provincia di Cuneo, sul confine italo-francese. Il borgo di Sant’Anna di Valdieri per anni è stato un luogo di grande importanza per la Monarchia Sabauda che ne aveva fatto la propria residenza estiva per accontentare la regina Elena.
È uno degli oltre duemila borghi italiani abbandonati e in fase di spopolamento che è però tornato a vivere, grazie alle idee imprenditoriali di un gruppo tutto al femminile. Il team ha deciso di aprire locande e rifugi ridando vita al borgo ormai dimenticato.
Sant’Anna di Valdieri è l’unico centro urbano perennemente abitato nel Parco Naturale delle Alpi Marittime, con circa 20 abitanti durante l’inverno e un numero decisamente più alto, dato dai turisti di passaggio e dai vacanzieri, in estate. Il luogo è noto per il caratteristico Ecomuseo della segale e per l’omonima festa che si svolge durante i mesi più caldi, per il giardino botanico Valderia (dal nome di una viola endemica) e per il centro termale più alto d’Italia (a una altitudine di 1370 metri).
Sei donne visionarie hanno creato un progetto imprenditoriale ridando vita al piccolo borgo dimenticato, facendolo tornare ad essere un punto di ristoro e di relax per turisti riportando in auge anche la cultura occitana. Nel 2012 hanno aperto la locanda ‘La Casa alpina’ con 90 posti letto e in 2 anni è passata da 1200 presenze a 9000. Nel 2014 per rispondere alle esigenze di viaggiatori individuali e non solo ai gruppi, aprono ‘La Casa Regina’, residence con 11 piccoli appartamenti e bar annesso, che in soli 3 anni passa da 650 presenze a 1800. Nel 2015 si presenta l’occasione di aprire un ristorante annesso al residence, e arrivano ad aprire l’Hosteria Casa Regina.
Non è stato tutto facile perché Sant’Anna di Valdieri a causa delle sue condizioni di abbandono e spopolamento ha messo a dura prova le temerarie imprenditrici che si sono dovute cimentare con un paese in cui non c’era traccia di rete internet, bancomat, pulizia delle strade, raccolta rifiuti, servizi turistici e navette a che potessero collegare il borgo ai paesi confinanti. La tenacia femminile non le ha fatte arrendere nemmeno davanti all’emergenza sanitaria COVID e all’alluvione 2020, che ha causato danni ingenti a tutta la valle. Con il supporto ottenuto da una raccolta fondi e l’impegno nella ristrutturazione di locande e negozi, si sono risollevate e sono riuscite ancora una volta a dare nuova linfa a un borgo speciale che si merita il nome di “borgo delle donne”.
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Foto: Davide Tomatis, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons